“Per me il calcio era un divertimento, ma ho smesso di viverlo in modo spensierato nel giorno in cui ho varcato la soglia del centro di formazione del Real Madrid a 11 anni .Durante la mia formazione ho convissuto con oltre 300 ragazzi e l’85% di loro non ha sfondato. E’ tutta gente che ha sacrificato l’adolescenza per niente .Quelli scartati li vedevi partire con lo zaino, dall’oggi al domani. E mi dicevo che avrei potuto fare anch’io quella fine. Era stressante perché non dipendeva solo dal campo ma dall’opinione dei formatori, assomigliava a X-Factor solo che non c’era il pubblico per salvarti. Al Real ti danno il miglior stipendio, una casa, una macchina, un orologio di lusso. Vivi su un altro pianeta, sei al vertice, ma non si tratta di calcio vero”.
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